racconti
Cosa faremo da grandi
LA SCUOLA RACCONTA UN ARCHIVIO 2025: FUTURI POSSIBILI
Il testo che segue è il frutto di un laboratorio dal titolo ‘COSTRUIRE UN
DOCUMENTARIO IN CLASSE, TRA ARCHIVI, INTERVISTE E TECNICHE DI ANIMAZIONE’
realizzato con una classe di quinta elementare di Torino. Le attività hanno contemplato la
visione di materiali filmici conservati presso l’Archivio del Cinema di Impresa di Ivrea che
sono servite da spunto per una riflessione sul tema ‘Il futuro del lavoro’. Attraverso una
serie di video-interviste i partecipanti hanno condiviso i propri pensieri e frammenti di
queste interviste sono stati successivamente inseriti all’interno di sequenze filmiche
d’archivio. Contestualmente una serie di auto-ritratti dei singoli intervistati sono diventati i
modelli per un lavoro di animazione utilizzando tecniche miste di rotoscoping e IA
generative per sostituire il soggetto di ogni intervistata con i disegni dei rispettivi
bambini. Tutto il processo produttivo, dalle riprese al montaggio, all’animazione e alla
sonorizzazione, è stato condiviso durante gli incontri in classe.
Il cortometraggio realizzato all’interno del laboratorio è una riflessione su come i bambini
e le bambine immaginano un futuro dove il lavoro possa essere più giusto e rispettoso
delle persone, portando idee ed esempi pratici su come questo sia sorprendentemente
facile da immaginare..
Il laboratorio è stato curato da Davide Tosco che ha prodotto è diretto il cortometraggio,
le riprese video sono di Miha Sagadin, il fonico di presa diretta è Luca Mangani, le animazioni
sono di Italo Draperi, le musiche e il design del suono di Simone Gottardi il
coordinamento di Monica Pischetola e la classe che ha partecipato è la 5C (2024/25) della
scuola Tommaseo di Torino con le maestre Daniela Vassallo, Madia Guglielmi.
Cinevisioni è un progetto di Aiace Torino in collaborazione con Sottodiciotto FIlm Festival
& Campus, Comune di Torino – Divisione Servizi educativi, ITER Torino (Istituzione
torinese per un’educazione responsabile), Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, Amici del Cinema Torino APS, Cineteca
Nazionale, Sezione Animazione del Centro Sperimentale di Cinematografia e Archivio
Nazionale del Cinema di Impresa di Ivrea.
Con il sostegno dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito
nell’ambito del bando CIPS 2023/2024 – Progetti di rilevanza territoriale, rivolti alle scuole
di ogni ordine e grado e ai loro docenti – con la partecipazione dell’International Training
Centre dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro.
Cosa faremo da grandi
Il lavoro per me... serve per guadagnare soldi. E’ un’attività per tenerci occupati, per
pagare poi le tasse, le bollette, l'affitto. È anche un passatempo, qualcosa che tu fai nelle
giornate. Ci si può anche annoiare perché svolgi sempre la stessa cosa. Lavorare vuol dire
essere vivi, sennò sei povero. Un lavoro è bello quando ti diverti e fai delle cose belle che
ti piacciono. Quando ti senti incluso e tutti ti accettano per quello che sei, anche se non
sai fare una cosa, gli altri ti aiutano. È bello lavorare quando tutti possono fare il lavoro
che gli piace senza essere obbligati da nessuno a fare un lavoro specifico, dove tutti
possono essere liberi.
Dev’essere un lavoro sicuro, che ti fa dormire sogni tranquilli, che ti aiuta a capire un po’
chi sei. Il lavoro può rendere felici se tu lo fai con impegno, se è una cosa che ti rende
felice ma anche un lavoro che non ti sfrutta. Quindi un lavoro che non ti faccia venire
stress, un lavoro che ti rispetta, che non toglie niente a nessuno, anche un lavoro che non
ti mette in pericolo. Secondo me un lavoro è giusto quando segui le tue passioni e poi il
benessere dev’essere totale.
Più qualcuno fa un lavoro che non gli pesa, che gli piace, più lavora meglio. A meno che
non vada contro i tuoi diritti lavorare troppo, sennò si chiama sfruttamento. Lo
sfruttamento è quando qualcuno ti usa per fare delle cose. Lo sfruttamento è una specie
di discriminazione, perché qualcuno ci guadagni tanto. Mio padre quando fa troppe ore
torna a casa che è stanchissimo, si mette cena e va a dormire subito. Ci sono lavori
troppo pesanti ma tu vorresti stare anche con la tua famiglia però non puoi proprio
perché lavori tanto e così diventa un lavoro brutto. Chi è stanco poi non è contento,
anche perché il giorno dopo deve subito ricominciare. Secondo me questo non è giusto,
è ogni tanto si muore, gli incidenti sul lavoro sono parecchi.
Lavori fastidiosi, lavori pesanti e lavori che non ti rispettano, che non ti lascia tempo per
riposarti, per divertirti, oppure lavori che non vuoi fare. Il lavoro diventa brutto se ti fa
sentire male e se la paga è bassa. La discriminazione poi è una forma ancora più brutta.
Un lavoro deve tenere conto delle caratteristiche di una persona perché sennò è pesante.
Quindi tu devi fare quella cosa, la devi per forza fare e quindi dopo un po’ ti senti
intrappolato. Se io costringo qualcuno ad andare a lavorare nei campi per darmi 3⁄4 del
raccolto, lo sto sfruttando. Questo è ingiusto. Anche la schiavitù non è un bene. Quando
un lavoro è bello e ti piace, non ti stanca. Un lavoro giusto è quello che non ti occupa
tutta la giornata e che puoi fare qualcos’altro. Il lavoro rende felici quando non sei in
pericolo, non fai del male a nessuno, non inquini e aiuti le persone in difficoltà.
Un lavoro è bello quando sei felice di quello che stai facendo e ricevi uno stipendio
giusto e non devi spaccarti per forza la schiena ma sei libero di farlo e puoi scegliere
quello che devi fare. Io me lo immagino che sia un lavoro che tutti possano avere le
giuste cose, le uguali cose e avere tutto quello di cui hai bisogno. Il mondo sarebbe
molto più bello e anche molto più pulito. Il benessere può essere anche mentale e non
vuol dire che se sei “dipendente” il tuo capo ti può dar fastidio.
Se io potessi mettere delle regole sarebbero: Più uguaglianza tra le persone, che non ci
siano ricchi e poveri, che non ti sfruttino e che lo fai con piacere senza essere forzato a
farlo. Tutti potrebbero trovare lavoro facilmente, anche gli stranieri quelli che vengono da
fuori. Una società giusta è una società che aiuta tutte le persone che ci sono dentro: una
società che non lascia indietro le persone, che include tutto, tutte e tutti. Soprattutto chi è
in difficoltà. Il bene della società innanzitutto mi sembra una cosa piuttosto importante, il
bene per tutti, bisogna aiutare tutti. Quindi dovrebbero guadagnare tutti lo stesso
guadagno e ognuno dovrebbe fare del bene in quantità uguale e relativa al bisogno. Per
me non è giusto che qualcuno guadagna tantissimo e qualcuno guadagna poco. Le
persone potrebbero avere una parte di guadagno che è stato generato dalle macchine
perché tanto alle macchine non gli servono i soldi gli serve solo dell’energia che sfruttano
per funzionare; come a noi serve il cibo a loro serve l'elettricità. Allora, io farei che la
ricchezza sia distribuita in modo più uniforme. Un lavoro sarà giusto quando si avrà una
parità di livelli tra tutti, comprese le donne.
Un lavoro giusto è un lavoro che mi fa guadagnare abbastanza per vivere. Poi se la
ricchezza venisse distribuita equamente. Il mondo sarebbe molto più contento e si
avrebbe più tempo per giocare... In una società giusta tutti potrebbero vivere bene e fare
un lavoro che gli piaccia, magari anche dei lavori che non hanno bisogno di un profitto,
che non generano un profitto. L’importante e che siano anche felici, perché se tutti stanno
bene non c’è bisogno di conflitto.
Il futuro io non lo so ma se tanti lavori saranno fatti dalle macchine le persone potranno
dedicarsi alle cose che gli interessano. Si potrebbe lavorare tutti meno tempo. Oppure i
guadagni generati dalle macchine potrebbero andare a tutti. Probabilmente ci sarà molta
più disoccupazione, a meno che ognuno faccia una piccolissima parte di lavoro in quel
modo ci sarebbe pochissimo lavoro per tutti anziché tanto lavoro per pochi, e la povertà
verrebbe sconfitta una volta per tutte.
In una società giusta potrebbero non esserci disoccupati perché tutti possono avere le
risorse per vivere. L’uomo comunque deve fare qualcosa, non può essere sostituito dai
robot, perché senno l’uomo non farebbe niente. Gli umani andranno comunque al lavoro
ma per controllare che tutto il sistema vada bene e anche i lavori che i computer non
possono fare. Io mi immagino un mondo dove l’uomo tornerà a fare quello che faceva
prima che arrivasse internet. Un robot non può fare tutto quello che fa un uomo, oppure
se non si riesce a dare lavoro a tutti, piuttosto trovare un modo per cui tutti guadagnano,
e riescano a vivere bene. Ma io penso che comunque il lavoro sia un diritto e sarebbe una
cosa molto più giusta, la società sarebbe migliore. Il problema è come vengono
distribuite le risorse per vivere. Bisognerebbe fare in modo che non ci siano poveri e
ricchi ma tutti uguali. Quella sarebbe un’utopia, un’utopia per definizione non è possibile
ma se tutti aiutano tutti ci sarebbero meno problemi nel mondo. Si può cercare di
migliorare diminuendo le discriminazioni: in pratica bisogna avere un pensiero più
altruista in generale. Il mondo sarebbe un posto migliore con delle persone che aiutano
altre persone, e così si aiuterebbe il mondo a fare un passo avanti.