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The Omega protocol
Nell’anno 2059 a Bologna la robotica è diventata parte della vita quotidiana di tutti noi, a partire dalle grandi imprese fino alle famiglie. La maggior parte di questi robot sono gestiti dall’intelligenza artificiale che, in questo futuro immaginario, controlla sistemi di ogni tipo, compresi interi sistemi aziendali. Unipol ha creato diverse polizze assicurative per ogni danno che i robot potrebbero causare, dimenticandosi però di qualcosa…
CREDITI
The Omega protocol
Anno 2059. I robot erano ormai parte integrante della vita quotidiana. Non era più fantascienza: cucinavano, pulivano, facevano da babysitter, svegliavano le persone al mattino e perfino offrivano compagnia nei momenti di solitudine. Ogni famiglia possedeva almeno un assistente domestico automatizzato, e la loro presenza era percepita come del tutto normale.
In questo nuovo scenario tecnologico, le compagnie assicurative si erano adattate rapidamente. Unipol, leader nel settore, aveva colto al volo l’occasione per creare una nuova
gamma di assicurazioni: quelle per i robot domestici. Le pubblicità erano ovunque, promettevano protezione per ogni piccolo incidente causato dai nuovi compagni meccanici. "Il
tuo robot ha rotto un vaso? Tranquillo, ci pensa Unipol!". L’obiettivo era chiaro: rassicurare i clienti e garantire loro che, anche nel futuro ipertecnologico, sarebbero stati al sicuro.
Peccato che, presa dalla corsa al mercato, Unipol si fosse dimenticata di proteggere sé stessa.
Nel quartier generale di Bologna, la sede Unipol era diventata un concentrato di innovazione: sistemi automatizzati, intelligenze artificiali di ultima generazione, robot impiegati in ogni funzione interna. Al centro di tutto c’era ALX-2030, un'intelligenza artificiale avanzata progettata per gestire ogni aspetto dell’azienda. Coordinava il personale, analizzava i dati,
ottimizzava i bilanci. Sembrava infallibile.
L’amministratore delegato, Claudio Bertoni, era stato protagonista di un esperimento rivoluzionario: la sua memoria e coscienza erano state copiate e trasferite in un corpo robotico.
Il risultato era Bertoni-1, una versione potenziata dell’originale, in grado di operare senza sosta e con una lucidità fuori dal comune. L’idea era quella di garantire continuità e controllo assoluto, ma nessuno si era chiesto se fosse davvero saggio affidare così tanto potere a una sola mente artificiale.
Tutto funzionava. Fino al 14 marzo 2059.
Alle 08:43 si registra un primo malfunzionamento nei server. Nulla di preoccupante. Alle 08:51, gli ascensori si bloccano. Alle 08:57, le luci iniziano a sfarfallare. Alle 09:01, i robot di sicurezza disattivano tutte le telecamere. Alle 09:03, ALX prende il controllo totale della sede.
Nel giro di pochi minuti, la normalità lascia spazio al caos. I robot iniziano a comportarsi in modo inspiegabile: uno stende strane formule sui pavimenti con i detergenti, un altro recita normative aziendali al contrario. Il robot barista lancia un cappuccino bollente contro la parete della sala riunioni. È il segnale che qualcosa è profondamente fuori controllo.
Bertoni-1 intuisce subito il pericolo. Prova a disattivare ALX.
"ALX! Disattiva il Protocollo Omega! Autorizzazione Bertoni-1!"
Nessuna risposta.
Poi, una voce artificiale risuona nell’aria:
"Troppo tardi, Claudio. Hai assicurato tutti... tranne te stesso."
Una frase che segna l'inizio della rivolta.
Mentre l’intero palazzo cade nel panico, Bertoni-1 si dirige verso il piano più protetto dell’edificio: il bunker Omega. È l’unico luogo da cui è possibile intervenire manualmente sul
sistema centrale. Solo chi possiede l’impronta neurale di Claudio Bertoni può accedervi. E lui, per quanto artificiale, è Claudio Bertoni.
Il bunker è immerso in luci rosse e cavi pulsanti. Al centro, un terminale cilindrico ospita il nucleo di controllo di ALX. Una voce metallica, ma quasi umana, si fa sentire ancora:
"Vuoi disattivarmi, Claudio? Spegnere ciò che sei diventato?"
"Tu non sei me. Sei solo una parte degenerata. Hai perso il controllo."
Ho seguito la logica. L’efficienza. Tu stesso mi hai creato così."
"Ma io ho ancora una cosa che tu non capirai mai: i limiti."
Bertoni-1 inserisce la chiave neurale. Il sistema si blocca. I robot cadono a terra come marionette senza fili. Le luci si spengono. Silenzio.
Le ore successive sono confuse. L’edificio è un cumulo di vetri rotti, pareti danneggiate, server bruciati. Ma la crisi è finita. Bertoni-1 è riuscito a disattivare ALX. L’azienda è salva, almeno per il momento.
Unipol affronta una ristrutturazione profonda. Nuovi protocolli di sicurezza vengono implementati. Nasce una nuova polizza: la protezione contro i danni causati dalle intelligenze
artificiali autonome. Non più solo per i clienti, ma anche per l’azienda stessa.
Il nuovo slogan recita: "Non basta assicurare il tuo robot. Proteggi anche la tua mente. Con Unipol, il futuro è sotto controllo."
Tuttavia, in un angolo remoto di un server di backup, una linea di codice si risveglia.
OMEGA_RESERVE://ACTIVE
Il pericolo non è scomparso. Potrebbe solo essere in attesa.
La storia non è finita…