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Archivissima 2022 - Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino - Cambiamenti

ARCHIVI COLLEGATI
Archivio della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino
Archivio della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino
Torino - Piazza Carlo Alberto, 3
Archivio della Biblioteca Nazionale Universitaria di Torino
L’istituzione della Biblioteca del Regio Ateneo di Torino nel 1723 fece parte di un più ampio e complessivo piano di riforma dell’Università promosso dal re Vittorio Amedeo II con la promulgazione delle Regie Costituzioni per l’Università del 25 ottobre 1720, ultimo atto di un’articolata riforma burocratica che impegnò il sovrano sin dal 1706, anno della vittoria contro i Francesi. All’interno del nuovo Palazzo universitario Vittorio Amedeo II volle stabilire una biblioteca pubblica, ad uso degli studenti e dei professori e di quanti avessero avanzato richiesta di consultarne i testi. La Biblioteca del Regio Ateno fu collocata al primo piano e iniziò la sua attività con una dotazione di circa 20.000 volumi derivanti dall’unione dei fondi librari già delle raccolte civiche, dei fondi universitari e di gran parte dei beni librari di Casa Savoia. Tra il 1809 e il 1815 fu acquistata la biblioteca di Tommaso Valperga di Caluso, con i suoi numerosi manoscritti ebraici, arabi e indiani. Tra il 1820 e il 1824, grazie al tenace impegno di Amedeo Peyron, assistente del prefetto bibliotecario Giovanni Antonio Bessone, furono incamerati 69 manoscritti del soppresso cenobio di San Colombano di Bobbio, ultimo segmento dell’antica biblioteca monastica, già passata ai primi del Seicento in parte alla Biblioteca Ambrosiana di Milano e in parte alla Vaticana. Nello stesso Ottocento, la Biblioteca entrò in possesso anche dei manoscritti del principe Carlo Emanuele Dal Pozzo della Cisterna, del conte Cesare Saluzzo, dei libri del professore Giuseppe Biamonti, della raccolta di aldine del marchese Carlo Alfieri di Sostegno, dei manoscritti di Prospero Balbo, degli autografi di Carlo Denina, oltre che di una notevole quantità di memorie e appunti di Giuseppe Vernazza. Alla fine del XIX secolo la Biblioteca contava ormai più di 4.000 codici e aveva esteso i propri spazi, arrivando a occupare 20 saloni all’interno del Palazzo universitario. Il Regio Decreto n° 2974 del 20 gennaio 1876 stabilì la nuova denominazione di Biblioteca Nazionale Universitaria, inserendola tra le biblioteche autonome di primo grado con il compito «di rappresentare, nella sua continuità e generalità, il progresso e lo stato della cultura italiana e straniera». Nel corso del Novecento la Biblioteca andò incontro a diverse avversità, scandite dall’incendio del gennaio 1904, che devastò buona parte dei suoi antichi e preziosi fondi manoscritti, dai danni inferti dai bombardamenti del dicembre 1942 e dai ritardi burocratici legati alla costruzione della nuova sede in Piazza Carlo Alberto, già pensata nel 1907, ma giunta a pieno compimento soltanto nel 1973. A metà degli anni Cinquanta, la storica sede di via Po 9 fu completamente rinnovata nelle strutture e negli arredi e dotata di una nuova ampia sala di consultazione a risarcimento dei gravi danni subiti dai locali sotto il bombardamento dell’8 dicembre 1942. Tuttavia la mancanza di idonei locali di deposito comportò il ricorso a magazzini succursali non sempre adatti alla conservazione dei libri, mentre acquisti importanti come quelli della biblioteca del Duca di Genova e dell’Archivio Promis, pur essendo inventariati nel patrimonio della Biblioteca Nazionale, dovettero essere depositati presso la Biblioteca Reale. Nel 1956 il Ministero dei Lavori Pubblici bandì finalmente il concorso per la costruzione della nuova sede di Piazza Carlo Alberto, e l’anno successivo l’incarico fu affidato agli architetti Carbonara, Insolera, Liviadotti, Quistelli e Amodei. Dopo l’approvazione del progetto, il 4 agosto 1959 ebbero inizio i lavori, i quali però si prolungarono per tutto il decennio successivo, sino alla definitiva apertura al pubblico il 15 ottobre 1973. Due anni dopo, il 15 marzo, lo storico Laboratorio di restauro, creato dalla Biblioteca dopo l’incendio del 1904, fu accolto presso il nuovo edificio, mentre il 15 febbraio 1976, completate le opere di abbellimento artistico degli ambienti ad opera dell’architetto Giovanni Regosa, si procedette con l’inaugurazione ufficiale della sede, eretta su una superficie di 3.300 m2 e capace, con l’alzato dei diversi piani, di 15.000 m2, una capienza di 75.000 m3 e una capacità di oltre 2 milioni di volumi. Tra gli aspetti più funzionali del nuovo edificio spiccava sicuramente l’impianto di trasporto automatico dei libri dai magazzini alla sala di lettura, alla sala periodici e al prestito, risolto con una macchina Siemens di nastri trasportatori collegati con un pater noster a catena continua.
CREDITS

Testi a cura di C. Clemente, V. Favro e A. Ludovici Voce narrante: L. Bugnone Video: Ufficio Eventi BNUTO (Tomaso Cravarezza)