Con Occult Alba Zari ha recuperato le immagini di archivio della setta in cui è nata, chiamata Children of God, e da propaganda le fa diventare denuncia; raccoglie le foto dagli album di famiglia, mostrando squarci della propria infanzia e quella della madre, e da memoria, da custodi immobili dell’identità, le fa diventare porte aperte, passati alternativi; scatta immagini di rituali contemporanei e ne svela l’ipocrisia, la mercificazione, l'implicito colonialismo.
Scegliendo di ripercorrere il viaggio che sua madre, da ragazza, ha subito, Alba ricostruisce meticolosamente un passato oscuro e, in parallelo, ne inventa uno nuovo, prendendo posizione laddove sua madre non ha potuto farlo. Senza giudizio, ma con uno sguardo fermo, cristallino. La sua è una rivendicazione della propria autonomia, sia dalla propria storia personale che da quegli occidentali in cerca di senso che si immergono in altre culture senza volerle davvero vivere o capire, sapendo in fondo che, se vogliono, possono sempre fare un passo indietro.
Il risultato è una denuncia femminista contro il culto misogino da cui è stata sottratta a 4 anni, una riflessione sull’inevitabilità delle proprie radici, che siano familiari o culturali, e una testimonianza del potere delle immagini, nel bene e nel male.
Senza trucchi o effetti speciali, Alba racconta la sua storia, e nel farlo indaga l'intrinseca ambiguità della fotografia, il suo rapporto arcano con realtà e memoria, il suo potere documentario e i suoi limiti.
Bio
Alba Zari è un’artista visiva che predilige il mezzo fotografico ed il video.
Nasce a Bangkok nel 1987 vive a lavora a Londra.
Fin da piccola conduce una vita nomade che la porta a vivere in città e nazioni differenti.
In Italia abita prima a Trieste, poi a Bologna dove si laurea al DAMS in cinematografia per poi specializzarsi in fotografia e visual design alla NABA di Milano, proseguendo gli studi in fotografia documentaria all’International Center of Photography di New York. L’esperienza di viaggiatrice influenza e si riflette nella sua pratica fotografica, volta ad indagare temi di contenuto sociale, come le ricerche visive sui centri d’igiene mentale dopo la legge Basaglia e i disordini alimentari diffusi nella società americana.
Zari ha una sensibilità fotografica introspettiva. Tra i suoi lavori recenti: Places (2015) libro e progetto fotografico condotto con ElementWo, sull’analisi della comunicazione visiva della propaganda dell’ISIS; Radici (2013), un progetto documentaristico sulla vegetazione del deserto del Mesr in Iran, The Y - Research of biological father (2017), nato da un viaggio alla ricerca delle sue origini del padre mai conosciuto. La sua opera The Y - Research of biological father (2017), vincitrice del Graziadei 2019, è stata esposta in numerose mostre internazionali, tra cui a London Art Fair, al MAXXI di Roma e al Festival Circulation di Parigi.
Con i progetti The Y e Occult, fa parte dei FOAM Talent 2020, con Occult ha vinto il l’Images Vevey Special Jury Prize nel 2021.
Attualmente sta lavorando ad una ricerca sulla propaganda della Setta dei Bambini di Dio.
Qui il suo sito, qui per seguirla su Instagram.
Priscilla De Pace, classe 1989, nata e cresciuta a Roma, ma con il cuore tra le montagne.
È co-responsabile editoriale del magazine di cultura e creatività Siamomine.com, gestisce un archivio fotografico nostalgico su Instagram e collabora con diverse riviste online.
Qui per seguire il suo Archivio Immaginario su Instagram.
Credits
L'evento sarà trasmesso in diretta sul sito di Archvissima, e sulla pagina YouTube e Facebook del festival.
Incontro in collaborazione con Archivio magazine.