L'archivio

Archivio Silvio Vigliaturo

Archivio Silvio Vigliaturo

La nozione di archivio è legata all’idea di un corpus documentale destinato a conservare la memoria di attività pratiche, custodito in un luogo sicuro. Le carte di un artista, che narrano i processi creativi, sono spesso soggette a dispersione proprio per la loro transitorietà progettuale 
finalizzata alla realizzazione dell’opera. Non è il caso dell’Archivio Silvio Vigliaturo che rappresenta una preziosa risorsa culturale italiana. Corrispondenza, fotografie, appunti, scritti, cataloghi e bozzetti offrono un’opportunità inedita d’interpretazione dell’arte contemporanea attraverso i 
“sentimenti ed i travagli” dell’artista produttore dell’archivio. 

Silvio Vigliaturo nasce ad Acri, in provincia di Cosenza, nel 1949. Giovanissimo si trasferisce a Chieri (Torino), dove tuttora vive e lavora. Artista e maestro del vetro, la sua tecnica è da sempre volta alla ricerca e alla sperimentazione. Dalle prime esposizioni, nel 1977, ad oggi il percorso 
artistico di Vigliaturo si presenta in costante evoluzione. Un cammino graduale e tenace ha portato l'artista ad affrontare una grande varietà di tematiche con stili e strumenti diversi. Il dipinto, il vetro, l'acciaio, la terra cotta sono tutti trattati allo stesso tempo come materia e come scelta
ideologica. È proprio grazie alla mescolanza delle tecniche che l'orizzonte delle esperienze di Vigliaturo si è dilatato esponenzialmente e ha aperto la strada a una visione originale e inedita, capace di rivisitare i temi e le modalità espressive della pittura e che lo ha condotto agli esiti 
attuali del suo lavoro. L'approccio che l'artista adotta nel lavorare il vetro è derivato dalla sua instancabile attività pittorica. Il forte impatto visivo delle sue opere nasce dalla trasparenza dei colori, capace di generare un'affascinante sembianza di fluidità, e dall'antinomia tra il peso della 
materia utilizzata e la leggerezza delle forme che l'artista riesce a foggiare attraverso di essa.
Nel 2006 la Città di Acri gli dedica un museo – il MACA (Museo Arte Contemporanea Acri) – che ospita una collezione permanente delle sue opere intesa come un biografico che si snoda attraverso duecentotrentasette esemplari, tra sculture, dipinti e documenti d’archivio. Il museo ha sede nel prestigioso palazzo Sanseverino-Falcone.

La mostra “Mediterraneo crocevia di #generazioni” , pensata e ideata da Paola Gambino e Antonella Bongarzone, progettata per notte degli Archivi 2021 sarà allestita presso il MACA – Acri (Cosenza).

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